14/2/2020 Il mercato tutelato dell’energia chiude in due tappe: per le Pmi stop nel 2021 Il mercato tutelato dell’energia per le piccole e medie imprese chiuderà i battenti nel 2021, mentre proseguirà fino al 2022 per microaziende e utenti domestici.
ROMA Il mercato tutelato dell’energia per le piccole e medie imprese chiuderà i battenti nel 2021, mentre proseguirà fino al 2022 per microaziende e utenti domestici. Sempre fino al 2022, il servizio sanitario potrà mantenere i medici in corsia fino a 70 anni, anche se hanno superato i 40 anni di servizio. E sempre lo stesso anno segnerà la nuova scadenza (salvo proroga, ovviamente) per l’utilizzo «libero» delle entrate da multe da parte dei Comuni. Un Milleproroghe fra i più eterogenei e frastagliati della serie ha chiuso ieri sera la sua lenta navigazione alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, ma arriverà in Aula solo lunedì. Con Palazzo Madama che dovrà poi limitarsi a ratificare le decisioni della Camera per non sforare la scadenza della conversione in legge, il prossimo 29 febbraio. A rendere sincopato il viaggio dell’omnibus targato Milleproroghe sono i mal di pancia nella maggioranza. Dopo il caso prescrizione, replicato ieri al Senato con il voto di Italia Viva con le opposizioni su un emendamento (bocciato) al decreto intercettazioni, ieri ci si è occupati di autostrade. Ed è passata la linea governativa che ha escluso modifiche alla norma pro-revoca. Ma beghe politiche a parte, chi è in cerca delle ricadute operative del provvedimento è costretto a districarsi tra mille capitoli diversi. In quello dedicato all’energia viene rivista la tabella di marcia per la piena liberalizzazione del mercato elettrico. Anche in seguito al parere dell'Antitrust (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) la fine del mercato tutelato viene anticipata al 2021 almeno per una parte dell’utenza, cioè le imprese. Resta invece al 2022, come previsto dal decreto originario, per microimprese e utenti domestici. Approvati anche gli emendamenti che incentivano l’autoconsumo collettivo di energia da impianti fotovoltatici sui tetti dei condomìni o creando delle comunità energetiche tra cittadini in abitazioni separate. Dopo qualche inciampo di percorso arriva anche il via libera al mantenimento in servizio fino a 70 anni. Ad esultare per l’approvazione è il presidente del Veneto Luca Zaia che per primo aveva chiesto di battere questa strada per superare l’emergenza dei buchi in organico in corsia. Per il problema parallelo nella scuola arriva invece un emendamento M5S contro le «classi pollaio»: vengono stanziati 6 milioni nel 2020, che diventano 25 nel 2021 e 23 nel 2022, per aumentare i docenti nelle classi con più di 22 alunni (20 se c’è uno studente disabile). Altri buchi di organici riguardano i segretari comunali. Per limitarli arriva l’accelerazione sul reclutamento, con un occhio di riguardo ai piccoli Comuni. Ma il capitolo enti locali è ricco. E accanto al «salva-Napoli», che in realtà interessa un migliaio di Comuni e permette di ripianare gradualmente il disavanzo generato dall’obbligo imposto dalla sentenza 4/2020 della Consulta di riaccantonare nel Fondo anticipazioni di liquidità i prestiti sblocca-debiti, contempla 100 milioni in cinque anni per la Città metropolitana di Roma e 50 per quella di Milano. Un altro correttivo sancisce poi che i contratti per gli uffici di staff degli amministratori locali possono durare per più di 36 mesi a patto di non superare il mandato del sindaco o del presidente di Provincia. Nei Comuni terremotati viene estesa la cedolare secca al 10% per gli affitti sociali, e si allunga la sospensione per le restituzioni delle rate dei mutui. Novità infine per Sace: potrà concedere garanzie anche a favore di sottoscrittori di prestiti obbligazionari, cambiali finanziarie, titoli di debito e altri strumenti finanziari collegati all’internazionalizzazione delle imprese. |